In “cento” per il Requiem Kv 626 di Mozart

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SANTUARIO DI SAN FRANCESCO DI ASSISI DI TERNI

Concerto tenuto nell’ambito dei festeggiamenti per il Santo Patrono di Terni “SAN VALENTINO” nell’anno del Giubileo della Misericordia in ricordo di tutte le vittime innocenti..

L’esecuzione del Requiem Kv. 626 di Wolfgang Amadeus Mozart per Soli, Coro, Orchestra e Organo, ha visto una collaborazione sinergica tra il Coro Polifonico “S. Francesco d’Assisi” di Terni (direttore Maria Cristina Luchetti, la Corale dell’Accademia Perusina di Perugia (direttore Fabio Berellini) e il coro Incanto di Fara Sabina (direttori Francesco Lupi e Giorgio Paris) accompagnati dall’Orchestra da Camera di Perugia, sotto la direzione di Ricardo Alejandro Luna Kappelmeister della Kirche St. Karl Borromaus di Vienna. Un’atmosfera magica ha incantato il numeroso pubblico, che attento ed emozionato, ha apprezzato l’esecuzione, caratterizzata da momenti intensi e vibranti, che hanno reso il concerto unico nel suo genere.
Diverse sono le leggende legate a questa grandiosa opera. “Il Requiem è legato alla strana vicenda, secondo quanto racconta Stendhal, in “Vite di Haydn, Mozart e Metastasio “(1815), avvenuta il giorno seguente al completamento del Lacrimosa, che l’opera sia stata commissionata da un misterioso committente che incaricò Mozart, malato e caduto in miseria, di comporre in quattro settimane una messa da requiem, dietro un compenso di cinquanta ducati.

Secondo l’ipotesi avanzata da Stendhal, Mozart cercò di scoprire l’identità del committente ma le forze cominciarono a mancargli per il duro lavoro e la malattia, e si convinse che il committente fosse un emissario dell’aldilà che lo avesse incaricato in realtà di scrivere la messa da Requiem per se stesso. Allo scadere delle quattro settimane l’uomo si presentò per ritirare la composizione, che però Mozart non aveva ancora completato. Così, nonostante i sospetti del musicista, gli offrì altri cinquanta ducati e altre quattro settimane di tempo: inutili, poiché Mozart morirà lasciando l’opera incompiuta.
Diverse sono le leggende legate a questa grandiosa opera. “Il Requiem è legato alla strana vicenda, secondo quanto racconta Stendhal, in “Vite di Haydn, Mozart e Metastasio “(1815), avvenuta il giorno seguente al completamento del Lacrimosa, che l’opera sia stata commissionata da un misterioso committente che incaricò Mozart, malato e caduto in miseria, di comporre in quattro settimane una messa da requiem, dietro un compenso di cinquanta ducati.

Altra leggenda famosa ma totalmente infondata vuole che sia stato il musicista italiano Antonio Salieri – invidioso del talento di Mozart – a forzare il deperimento del già malato collega. Tale leggenda è stata alimentata da Aleksander Puškin nella sua opera teatrale Mozart e Salieri , e ripresa negli anni settanta dal drammaturgo Peter Shaffer nell’opera teatrale Amadeus (1978). Da Shaffer il regista Miloš Forman ha tratto il suo Amadeus (1984), film nel quale tale leggenda è, appunto, narrata.

Il completamento del Requiem (furono rinvenute decine di spartiti alla rinfusa sulla scrivania del compositore) fu commissionato a tre allievi, per meglio avvicinarsi agli intenti originari: Joseph Eybler, Franz Freistädler e, infine, Franz Süssmayr; quest’ultimo era probabilmente stato il più vicino a Mozart negli ultimi tempi, e (come egli stesso ebbe modo di dire anni dopo, interrogato in merito all’autenticità dell’opera) ebbe probabilmente la possibilità di suonare insieme al Maestro alcuni brani del Requiem. Il suo apporto fu quello di riordinare in modo omogeneo il lavoro dei collaboratori precedenti, e di completare i brani totalmente mancanti del manoscritto. I tre allievi riuscirono a completare il Requiem, anche se si può notare la grande differenza nel modo di comporre tra il loro e quello del grande artista Mozart.

Completato quasi certamente entro la quaresima del 1792, il Requiem venne ritenuto per un certo periodo opera del solo Mozart, anche per il fatto che la calligrafia di Süssmayr risulta essere molto simile a quella di Mozart: fino agli inizi degli anni novanta del XX secolo si riteneva infatti che l’indicazione, posta in testa alla prima pagina, recitante “di me W.A Mozart mppa. 1792” fosse stata apposta da Mozart stesso. Si è poi stabilito con certezza che la firma è stata posta da Süssmayr, probabilmente per tentare di dare maggiore credibilità al lavoro nella sua globalità: va fatto notare come nessuno dei personaggi coinvolti in questa vicenda tentò mai di accampare diritti di qualsivoglia genere sul Requiem, e nessuno figurò neppure nelle prime edizioni a stampa.

.”https://it.wikipedia.org/wiki/Requiem_(Mozart)

By Rita Lo Iacono

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